testamento biologico: bando ai dubbi, arriva CitBot.

A quasi un anno e mezzo dall’introduzione della legge sul fine vita e sulla possibilità di decidere se e quando interrompere i trattamenti sanitari che “mantengono in vita”, non è ancora ben chiaro, nella maggior parte dei cittadini, che cosa effettivamente si possa fare.

Per questo, l’Associazione Luca Coscioni ha reso operativo un sistema di intelligenza artificiale volta a rispondere rispetto a qualsiasi dubbio potesse sorgere sull’argomento.

Ma andiamo con ordine. Che cosa prevede, innanzitutto e brevemente, la legge 219 del 2017? Possiamo riassumere, in breve, tre punti fermi della previsione legislativa, ovvero:

  • Possibilità del paziente cosciente di determinarsi secondo il proprio volere in anticipo rispetto cure/diagnostica/trattamenti inclusi idratazione e alimentazione artificiali (attraverso la formazione del cosiddetto DAT, ovvero disposizioni anticipate di trattamento, da effettuarsi con scrittura privata da depositare presso un notaio ovvero consegnata presso il proprio Comune di residenza);
  • Possibilità di indicare una persona che, in caso di incapacità che non permette all’interessato di decidere rispetto a un determinato trattamento/cura/diagnostica, possa farlo al posto suo;
  • Possibilità per il medico di utilizzare la sedazione profonda e la terapia del dolore per “accompagnare in modo meno doloroso” un paziente che si è in questo modo determinato alla morte.

Questo è, in estrema sintesi, il contenuto della legge sul cosiddetto testamento biologico che, dunque, non prevede alcuna forma di eutanasia ma lascia ampio margine di decisione al legittimo interessato circa l’articolarsi della propria vita in caso di malattia.

Dal dicembre 2017, però, la divulgazione dei contenuti e, soprattutto, l’applicazione degli stessi nella realtà, è stata decisamente limitata, sia per la mancanza di direttive nazionali che predisponessero gli elenchi necessari, sia perché, come dice Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, in una recentissima intervista a L’Espresso, “sul testamento biologico non ci guadagna nessuno”. Per tale motivo, l’Associazione Luca Coscioni ha deciso di investire in un sistema di intelligenza artificiale, attualmente disponibile sul sito internet dell’applicazione, sul sito internet www.citbot.it e su telegram, ma presto anche su facebook, whatsapp, google assistant, siri e alexa, che possa chiarire ogni dubbio e rispondere a tutte quelle domande che non trovano risposta immediata attraverso la semplice ricerca in google.

Circa mille domande, ad oggi, che riguardano il testamento biologico, così che chiunque possa aprire una chat ed essere informato sui propri diritti, database che si amplierà sicuramente attraverso l’utilizzo.

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